5) Interpretazione: l’Interpretazione è un processo basato sull’ascolto, la sintonizzazione empatica e sul ragionamento clinico, al fine di incentivare il pensiero simbolico, la mentalizzazione dei conflitti e le migliori strategie volte al cambiamento e all’individuazione. L’interpretazione è una sintesi narrativa che lo psicoterapeuta formula al paziente, al giusto livello della relazione, al fine di promuovere una diversa conoscenza di sé e di favorire le trasformazioni volte all’insight e a nuove forme di azione;
6) Interpretazione degli stati fisiologici psicosomatici e delle somatizzazioni: è l’interpretazione della disregolazione psico-somatica che promuove nel paziente la consapevolezza e la simbolizzazione della relazione mente-corpo a favore della regolazione e del controllo degli impulsi, delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti, compresi gli stati fisiologici e somatici a essi correlati. Essa ha lo scopo di rendere consapevole il paziente di come gli stati di tensione o difreezing derivanti dall’attivazione delle memorie traumatiche non mentalizzate e dalla conseguente disregolazione dell’arousal fisiologico, aumentano la sua vulnerabilità psicosomatica allo stress, diminuiscono la sua resilienza e costituiscono un fattore di rischio per le somatizzazioni, i disturbi funzionali e l’esordio delle malattie (Alexander; Taylor; Bucci; Porges).
7) Interpretazione mutativa: è l’interpretazione che avviene nel campo bipersonale (Strachey; Fonagy,) del setting psicoterapeutico, basata sulla valutazione competente delle dinamiche del transfert, del controtransfert e degli enactment. Questa interpretazione avviene nella relazione con il terapeuta e mette il paziente nella condizione di trasformare i suoi affetti nel momento presente della seduta, sperimentando nuove emozioni/sensazioni nelle rappresentazioni di sé e degli altri. L’interpretazione è mutativa difatti quando può essere sentita emotivamente da entrambi i partner del processo psicoterapeutico, ed è pertanto sensibile dei livelli di regressione e di maturazione che il paziente realizza di seduta in seduta. Si tratta di quella restituzione narrativa di ciò che avviene nella relazione attuale tra terapeuta e paziente, che produce dei cambiamenti dinamici all’interno della relazione terapeutica, ma anche dando luogo a nuove modalità di regolazione del paziente nelle sue relazioni oggettuali. Il valore maturativo dell’Interpretazione mutativa sta nella sua autentica natura interpersonale che contribuisce a trasformare i pattern relazionali disfunzionali del paziente, consentendogli, nel setting, l’integrazione simbolica tra il contenuto traumatico proiettato nella relazione terapeutica e l’esperienza reale della relazione, e quindi il ritiro della proiezione a favore del miglioramento sia cognitivo, sia affettivo, sia psicosomatico, delle sue competenze interpersonali e intersoggettive.
8) Silenzio: Il silenzio viene utilizzato dal terapeuta essenzialmente con una duplice finalità: come apertura che da libero spazio al paziente per ascoltarne il racconto e osservarne sua espressione psicosomatica, e come risonanza emotiva, di accettazione non verbale, del flusso interpersonale che interviene nello scenario terapeutico. L’uso del silenzio che diventa attenzione e intensa condivisione umana dei processi mentali e corporei nel setting, è il cuore della psicoterapia integrata psicosomatica che costruisce la coregolazione intersoggettiva, fin dal primo colloquio.